CINEMAZERO Piazza Maestri Lavoro, 3 33170 Pordenone (PN)
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mercoledì 12 dicembre - Lo sguardo dei maestri |
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ore 20.45 - SalaGrande |
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un capolavoro assoluto di Mizoguchi Kenji
L'INTENDENTE SANSHÔ, Leone d'argento a Venezia nel 1954 La decima edizione de Lo Sguardo dei Maestri giunge al giro di boa: mercoledì 12 e giovedì 13 dicembre sarà in proiezione, rispettivamente a Pordenone alle ore 20.45 e a Udine alle 20.30, L’intendente Sanshô – Sanshô Dayû, capolavoro assoluto firmato da Mizoguchi Kenji nel 1954. Nello stesso anno, il regista per questo film fu insignito del Leone d'Argento alla Mostra del Cinema di Venezia. Tratto da una novella di Mori Ogai (1915), L’intendente Sanshô è incentrato sul concetto di misericordia: si tratta di un’opera straordinaria sul valore della redenzione della compassione nel senso più completo del termine. La copia del film, come le altre della rassegna cinematografica, arriva a Pordenone e a Udine dal Giappone direttamente dalla Japan Foundation di Tokyo che collabora alla manifestazione friulana. La possibilità di vedere sul grande schermo questo film è quindi unica e irripetibile e rappresenta in sé un momento esclusivo ed eccezionale. Ambientato nel Giappone del XI secolo, racconta di un governatore che subisce l’esilio perché troppo pietoso verso il suo popolo. La sua famiglia, composta da due figli e dall’adorata moglie, nel corso di molti anni viene divisa dalle vicissitudini negative della vita dell’epoca: i figli vengono venduti all’intendente Sanshô, uomo brutale e spietato, mentre la moglie viene ceduta come prostituta e portata sull’isola di Sado. Nonostante la vita sia avversa, tutti i componenti della famiglia sperano di rivedersi un giorno e tentano in ogni modo la fuga. Riuscito a scappare dalla sua prigionia, il figlio maggiore diviene governatore della regione in cui era stato recluso, e, memore degli insegnamenti di bontà, pietà e misericordia impartitigli dal padre, abolisce la schiavitù nei territori a lui affidati e fa’arrestare il terribile Sanshô. Lieto fine, con il rincontro tra il figlio ormai adulto e la madre, vecchia e cieca. Al centro del film c'è il concetto di misericordia, che si materializza fisicamente nella statuetta di Kwannon, dea della misericordia; non a caso per ben due volte nel film essa rende possibile un'agnizione. Ed è proprio sull'opposizione fra pietà e mancanza di pietà che si costruisce l’intero film.
La fotografia di Miyagawa Kazuo raggiunge in questo film uno dei punti più alti toccati dal grande collaboratore del regista e la stessa eccellenza va riconosciuta alla colonna sonora, con il sottofondo musicale di Hayasaka Fumio: con arpa e flauto, strumenti della musica tradizionale giapponese, si va ad accrescere l’uso meticolosissimo degli effetti sonori, mai così straordinario come in questo film, raggiungendo un’intensità difficile da eguagliare.
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