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Un film che
si muove tra noir e commedia, con diversi inserti onirici, e che vede dietro la
macchina da presa un autore cresciuto in un grande vigneto del Friuli… Per Giovanni Cuttin (Vincenzo Amato) tutto inizia
con il primo sorso di vino della sua vita. Un Marzemino, un vino tipico della
provincia di Trento, citato da Lorenzo Da Ponte nel suo libretto per il Don
Giovanni di Mozart. Da quel momento in poi, la natura di Cuttin si
trasforma: nell’arco di soli tre anni, da timido impiegato di banca e marito
fedele diventa direttore, tombeur de femmes e il più riverito e stimato esperto
di vino in Italia. Proprio come gli aveva predetto l’enigmatico “Professore”
(Lambert Wilson) che lo aveva convinto ad assaggiare quel primo bicchiere di
vino. L’unico evento che il “Professore” non gli aveva predetto era che presto
sarebbe stato accusato dell’omicidio di sua moglie Adele (Giovanna
Mezzogiorno). Mentre viene messo sotto torchio dal commissario
Sanfelice (Pietro Sermonti), Giovanni si trova a riflettere sugli ultimi tre
anni della sua vita, dominati da un’unica e folle passione: il vino. Per
potersi permettere bottiglie di vino sempre più costose ed esclusive, da uomo
onesto si è trasformato in un uomo ambizioso e senza scrupoli fino a perdere il
suo lavoro in banca e a reinventarsi una vita nel mondo del vino, dove ormai è
il numero uno. Possibile che sia anche un assassino? Liberamente ispirato al romanzo di Fabio
Marcotto, e girato in location trentine, Vinodentro può contare su
contributi tecnici di primissimo piano come la luminosa fotografia di Dante
Spinotti e l'ispirata colonna sonora di Paolo Fresu. Lo splendido trailer
grafico porta, invece, la firma del disegnatore pordenonese Emanuele
Barison (Diabolik, Zagor). «Da diversi anni – racconta Vicentini Orgnani
– pensavo a una storia che gravitasse intorno al mondo del vino, non soltanto
per mettere a frutto un vantaggio di conoscenza che biograficamente mi ritrovo
ad avere, ma anche perché ero e sono convinto che un film italiano
sull’argomento possa interessare un pubblico molto ampio anche fuori dai nostri
confini». E ancora: «Spero che Vinodentro possa raccontare al pubblico
qualcosa di nuovo su un prodotto di consumo quotidiano per milioni di persone,
svelandone il fascino e la mitologia, lontano dagli stereotipi e dalle
imprecisioni che spesso il cinema ha usato avvicinandosi a questo tema». |