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Cinemazero
e il Filmmuseum
di Monaco di Baviera
presentano in anteprima
assoluta
alla 72esima
Mostra del Cinema di Venezia,
in una speciale serata di pre-apertura del festival tutta dedicata a
Orson
Welles,
il ritrovamento,
la ricostruzione e il restauro de Il
mercante di Venezia,
affiancato dell'altrettanto “veneziano” Otello, nella sua
versione più estesa, restaurata dalla Cineteca
Nazionale.
La
serata veneziana prevede l’esecuzione
dal vivo,
a cura dell’Orchestra
Classica di Alessandria,
della partitura originale inedita de Il
mercante di Venezia,
di Angelo
Francesco Lavagnino
(1909-1987), grande compositore di colonne sonore cinematografiche e
autore delle musiche di molti dei film di Orson Welles.
Il
pubblico friulano potrà però conquistare un posto in prima fila
anche senza raggiungere il Lido, grazie alla proiezione dei due film
shakespeariani che Cinemazero
(Pordenone, giovedì
3 settembre
alle 21.00) e CEC
– Centro Espressioni Cinematografiche
(al Visionario di Udine, venerdì
4 alle 20.45)
hanno messo in cartellone per unirsi alle celebrazioni del centenario
della nascita di uno dei più straordinari maestri del Cinema. Ad
introdurre il film e la serata ci saranno Riccardo
Costantini,
coordinatore di Cinemazero, e da Luca
Giuliani,
supervisore del restauro de Il
mercante di Venezia.
Emblematicamente
wellesiana è la rocambolesca produzione e l'incredibile recupero de
Il
mercante di Venezia,
film incompiuto considerato universalmente perduto, che torna a nuova
vita grazie al ritrovamento nel 2015 di nuovi materiali da parte di
Cinemazero (Pordenone). Buona parte del film era stata consegnata
diversi anni or sono da Oja Kodar, attrice, musa ispiratrice e ultima
compagna di Orson Welles, al Filmmuseum München.
Unendo i materiali dell'archivio tedesco a quelli ritrovati da quello
friulano, aggiungendovi alcune scene conservate dalla Cineteca di
Bologna, dopo un accurato lavoro di ricerca (La
Cinémathèque Française; Paris Mercury Theatre Productions, New
York;
Special
Collections Library at the University of Michigan, Ann Arbor),
si è potuti arrivare a realizzare una ricostruzione del film
puntando a una versione che fosse il più possibile simile a com'era
stato pensato e realizzato nella sua ultima versione da Orson Welles
all'epoca.
Come
d'uso con Welles, la produzione era stata travagliatissima: il film,
a colori, che doveva mettere in scena una riduzione della nota pièce
omonima di Shakespeare, era stato finanziato originariamente
dall'emittente americana CBS, compreso all'interno di uno speciale
dal titolo “Orsons' Bag”. Se alcune fonti riportano problemi
fiscali, altre sostengono che i primi finanziamenti bastarono appena
a coprire le riprese a Venezia. Sta di fatto che Welles si ritrovò
con una troupe, un film da portare a termine e il suo grande sogno di
interpretare Shylock. Così, decise di continuare e di prendere in
mano la produzione. Via da Venezia, si continuò a girare in Croazia,
in Veneto e a Roma, dove il film fu montato. Le prime riprese furono
effettuate nel 1969 a Venezia luogo che Welles ben conosceva per
ragioni personali e per avervi girato alcune scene di Otello
nel 1952.
Vediamo
così Orson Welles in persona mentre si prepara a entrare nel
personaggio e cura personalmente il trucco, introduce lo spettatore
alla natura di Shylock e dell'opera. Con un classico movimento fra
realtà e finzione accoglie la richiesta di Bassanio e dopo aver
salutato la figlia Jessica, si prepara - strada facendo in mezzo al
carnevale - all'incontro con Antonio al termine del quale suggella il
riscatto di una libbra di carne. Di lì a poco la sua rovina,
culminante nel
celebre monologo sulla differenza fra ebrei e cristiani e sul senso
della sua vendetta.
L'Otello
(96’)
viene invece presentato nella versione
lunga,
restaurata dal CSC
- Cineteca Nazionale di
Roma. Si tratta della versione italiana del film, con i dialoghi a
cura di Gian Gaspare Napolitano supervisionati dallo stesso Welles,
che doveva essere presentata a Venezia nel settembre 1951, ma che
Welles ritirò all’ultimo momento dal concorso annunciando che la
copia non era pronta. Una nuova versione, più corta ma in inglese,
fu presentata al Festival di Cannes nel maggio 1952, vincendo il
Grand Prix. Un'altra occasione per il regista e attore di maneggiare
l'opera di Shakespeare e vestire i panni tragici del personaggio di
Otello e raccontare una storia in cui i più bassi sentimenti umani
sono motore e protagonisti della scena. Inoltre,
sarà allestita al Lido durante la 72. Mostra (2 – 12 settembre 2015) la
singolare esposizione Shakespeare & sigari. 12 studi per personaggi
shakespeariani dipinti da Orson Welles, a cura di Bianca Lavagnino e
Sergio Toffetti. Si tratta di 12 tavolette di legno (il retro delle
scatole dei sigari preferiti da Orson Welles) che lo stesso Welles aveva
dipinto a olio negli anni ’60 con una serie di personaggi
shakespeariani: Macbeth. Otello, Falstaff, Shylock… |