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Con Colin Firth, Julianne Moore, Nicholas Hoult, Matthew Goode, Jon Kortajarena, Paulette Lamori, Ryan Simpkins, Ginnifer Goodwin, Teddy Sears, Paul Butler [II], Aaron Sanders, Keri Lynn Pratt, Nicole Steinwedell, Ridge Canipe. Or.: USA 2009. Dur.: 95'
Patinato, elegante, quasi metafisico, sinceramente convesso senza pietismi su un uomo che in una giornata deve riuscire a rimuovere la propria solitudine o s'uccide, il primo film dello stilista Tom Ford è glamour e stupefacente. Ha stile e non i difetti dei «deb», riesce a modificare col piacere dell'età, l'ultimo bellissimo romanzo del 1964 di Isherwood che Adelphi ha editato, iniziando dalla fine a ripubblicare lo scrittore inglese, amico di Auden e Hockney, noto per la prima stesura di Cabaret... il film mostra l'esperienza fenomenologica di un uomo che, già con pistola carica, rimuove inconscio il lutto per il compagno morto, riscoprendo i piaceri e le generosità naturali: avanti un altro. Ma lo spirito del romanzo è rispettato nei desolati panorami alla Hopper in cui l'inglese prof. George divide la solitudine con una amica, la furiosa e cotonata Julianne Moore che lo trascina nel twist vodka e gin di «Green onions»... Ford dirige, veste e produce un film che vorrebbe essere muto, elegantemente disegnato in cui riversa la sua storia e il cui senso, partendo certo dall'amore gay è però rivolto a tutti, vincendo con la discrezione del vissuto l'immagine effimera del cinema. Basta la scena di Colin Firth al telefono a metterlo tra i grandi: gestisce la storia con profonda misura e copyright espressivo, mosse psicologiche impercettibili, raggiungendo un suo mini Nirvana... (Maurizio Porro, Il Corriere della Sera, 15 gennaio 2010) |