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E se vivessimo tutti insieme?

E se vivessimo tutti insieme?

 

Un film di Stéphane Robelin

 
   
  Con Guy Bedos, Daniel Brühl, Geraldine Chaplin, Claude Rich, Jane Fonda. Titolo originale Et si On Vivait Tous Ensemble?. Durata 96 min. - Francia, Germania 2011

Jean, Annie, Albert, Jeanne e Claude sono amici da quattro decenni. Due coppie sposate e un single impenitente, tutti ultrasettantenni, alle prese con le malattie del cuore, delle cellule o della memoria. Tutti silenziosamente occupati a cercare una soluzione finale per se stessi o l’amato, per non pesare sui figli ma nemmeno assecondarli nelle loro fantasie di case di riposo senza privacy e senza identità. Vivere sotto lo stesso tetto, nella grande casa di Annie, è un’idea che nasce quasi per scherzo, a tavola, ma si trasforma in fretta nella soluzione migliore per tutti. Specie perché con loro si trasferisce anche un baldo giovane, Dirk, studente di etnologia alle prese con una tesi di laurea sulla condizione degli anziani in Europa. 
Se c’è un pensiero che sale subito alla mente, durante la visione del film di Robelin, è che solo qualche decennio fa un soggetto del genere non sarebbe mai stato concepito o, se fosse stato concepito, non sarebbe stato prodotto, e, se al limite fosse stato prodotto, nessuno avrebbe mai pensato di farlo passare come una commedia, per quanto agrodolce. Il film affronta, infatti, con realismo e leggerezza una condizione sociale e antropologica tutta contemporanea, qual è il numero crescente di anziani che vivono in buone condizioni di salute, desiderosi di dire e fare (anche sesso) il più possibile e contrari all’idea di starsene a poltrire in una deprimente attesa della fine: una condizione, esplicita Jane Fonda, per la quale siamo a dir poco impreparati. 
Attraverso il facile espediente dello studente con la videocamera, è in realtà la macchina da presa di Robelin a documentare l’esperienza, finzionale ma percorribile, fotografando di fatto il target a cui si rivolge il film, esattamente come avviene da sempre con la prima e la seconda età dell’homo cinematograficus. 
E se vivessimo tutti insieme? è pudico come il suo titolo (“E se non morissimo in solitudine?” sarebbe stato più veritiero, anche se meno commerciale), ma c’è da credere che aprirà la pista a prodotti meno trattenuti e superficiali, perché in fondo i vecchi sono più simili ai bambini che non agli adulti in cerca di rispetto e affermazione, e il film lo dice in apertura di discorso, inquadrando lo sguardo affamato di gioco del vecchio Albert, la cui finestra dà su un asilo. Se Claude Riche aspira al ruolo di protagonista, perché il copione lo mette al centro delle geometrie amorose e il suo carisma pure, è però proprio Pierre Richard il migliore della partita, colui che incarna la condizione tragicomica di una mente sempre più leggera dentro un corpo sempre più ingombrante.
   
 
Giorni di programmazione di questo film:
lunedì 19 agosto 2013 21.00 sala calderari
 
   
 
   
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