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Big Eyes

Big Eyes

 

Un film di Tim Burton

 
Big Eyes
   
  Con Amy Adams, Christoph Waltz, Danny Huston, Krysten Ritter, Jason Schwartzman. Durata 106 min. - USA 2014.

Non è una coincidenza che la storia di Big Eyes , centrato sulla bizzarra relazione coniugale e artistica tra Walter e Margaret Keane, abbia inizio nel 1958, l'anno in cui il regista del film Tim Burton è nato. Tra l'autore di Edward Mani di Forbice , Ed Wood e il più recente Dark Shadows , e la figura di Margaret Keane (Amy Adams nel film) - e le sue figure, quei bambini ritratti con enormi occhi melanconici, spaventati, con un che di alieno - c'è sempre stata un'affinità elettiva. «Ricordo i suoi quadri quando ero piccolo, quei ritratti strani erano dappertutto», ricorda Burton in un nostro incontro a Santa Monica. Big Eyes è uscito in America il giorno di Natale. «Nei primi anni '60 quei lavori erano diventati la più eccelsa rappresentazione del kitsch nell'arte popolare, adorata sia dalla critica che dalle masse: fu la prima volta che l'arte veniva venduta in forma di poster anche nei supermercati. Andy Warhol legittimò la Keane dicendo, con uno dei suoi paradossi tautologici: “Beh, se piace tanto alla gente vuol dire che un valore artistico ci dev'essere... se piace non può essere brutto”». Il guaio fu che per decenni la firma Keane stava a significare Walter, non Margaret. Lui, non lei. Il film racconta infatti come Walter Keane (Christopher Waltz), abile promotore e innato uomo di marketing fosse riuscito a convincere la moglie Margaret a cedergli il credito dei suoi dipinti, insistendo che ai compratori non interessava «l'arte delle donne», e che se lei si fosse prestata al trucchetto avrebbero fatto soldi a palate. Così fu (la serie Big Eyes era esposta dovunque, negli anni '60 in Usa), fino a che, una decina d'anni dopo tremende repressioni e frustrazioni, Margaret, dopo aver divorziato dal manipolatore Walter, decide di parlare. Il caso finisce in tribunale. Nonostante il giudice abbia dato ragione a Margaret, Walter ha insistito fino alla sua morte, avvenuta nel 2000, che quei dipinti provenivano davvero dal suo pennello (si sospetta ancora che non sapesse dipingere nulla).
«Prima di tutto ho voluto fare questo film perché quei ritratti erano dovunque al tempo della mia infanzia a Burbank, in California. Ma ho provato anche un senso di intima familiarità col personaggio di Margaret così com'è stato scritto sulla pagina, comunque fedele alla vera persona. Quando ero bambino parlavo a malapena. Non ero un comunicatore. E mi affascinavano le persone capaci di parlare. Margaret parla poco, mentre Walter è un abile oratore, e da qui sorge la nevrotica dinamica tra i due, un connubio tra opposti. Il caso bizzarro di due persone diverse che diventano una strana cosa singola, una forma di vita ibrida, Keane... Margaret è una personalità non verbale, come me. Non è capace di farsi valere con la parola. Si esprime con le sue tele, lascia che sia la sua arte a parlare per lei. Io funziono allo stesso modo. Ho conosciuto la vera Margaret Keane. Oggi ha 87 anni, continua a dipingere, è una donna molto discreta, introversa, gentile. Continuo a essere un suo ammiratore. Le abbiamo mostrato il film e le è piaciuto molto, e questo mi rende felice».

   
 
Giorni di programmazione di questo film:
giovedì 8 gennaio 2015 17.15 - 19.30 - 21.45 sala toto prenota Prenota
venerdì 9 gennaio 2015 17.15 - 19.30 - 21.45 sala toto prenota Prenota
sabato 10 gennaio 2015 17.00 - 19.30 - 21.45 sala toto prenota Prenota
domenica 11 gennaio 2015 17.00 - 19.30 - 21.45 sala toto prenota Prenota
martedì 13 gennaio 2015 17.15 - 19.30 - 21.45 sala toto prenota Prenota
mercoledì 14 gennaio 2015 17.15 - 19.30 - 21.45 sala toto prenota Prenota
 
   
 
   
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