 Cinema e scuola
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The Imitation Game |
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Un film di Morten Tyldum |
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Con Benedict Cumberbatch, Keira Knightley, Matthew Goode, Mark Strong, Rory Kinnear. Durata 113 min. - Gran Bretagna, USA 2014
Manchester, primi anni '50. Alan Turing, brillante matematico ed esperto di crittografia, viene interrogato dall'agente di polizia che lo ha arrestato per atti osceni. Turing inizia a raccontare la sua storia partendo dall'episodio di maggiore rilevanza pubblica: il periodo, durante la Seconda Guerra Mondiale, in cui fu affidato a lui e ad un piccolo gruppo di cervelloni, fra cui un campione di scacchi e un'esperta di enigmistica, il compito di decrittare il codice Enigma, ideato dai Nazisti per comunicare le loro operazioni militari in forma segreta. È il primo di una serie di flashback che scandaglieranno la vita dello scienziato morto suicida a 41 anni e considerato oggi uno dei padri dell'informatica in quanto ideatore di una macchina progenitrice del computer. The Imitation Game rivela le sue intenzioni fin dal titolo: perché è un gioco di sotterfugi e contraffazioni che riguarda non solo il codice nazista, ma anche la stessa attività del gruppo di esperti riuniti per decifrarlo, costretti ad operare sotto copertura. Più profondamente, il "gioco imitativo" caratterizza la vita stessa di alcuni di quegli scienziati, Turing in testa, obbligato a nascondere la propria diversità al mondo, e in particolare a quella società inglese che sforna eccentrici e poi li confina ai margini del proprio rigido e ottuso conformismo. Turing, una sorta di idiot savant con un prodigioso talento per i numeri e una parallela inettitudine per la convivenza sociale, è il martire perfetto, in questo schema claustrofobico: infatti immolerà il suo genio per la salvezza di tutti, costruendo un macchinario di nome Christopher (cioè "colui che porta Cristo"), e cadendo vittima della ristrettezza di vedute di chi non possedeva neanche un grammo della sua capacità visionaria. Una mente prodigiosa costretta a vivere "in codice", e incapace di decifrare i comportamenti altrui, né di tradurre i propri in comunicazione umana. Il regista è il norvegese Morten Tyldum, che si accosta al materiale con totale rispetto dei codici di comunicazione inglesi per raccontarne le contraddizioni e i limiti deumanizzanti. Quell'Inghilterra è la metafora dell'understatement inteso come volontà caparbia di annullare qualsiasi forma di disobbedienza alla "normalità". È l'Inghilterra del rispetto cieco delle tradizioni e delle gerarchie, quella dei burocrati e dei segreti di famiglia conservati in naftlina. È infine l'Inghilterra che si appella al genio di Turing per salvarsi la pelle, ma è pronta a gettare il suo salvatore in pasto alla buoncostume. Come anche ne La teoria del tutto, in The Imitation Game la confezione ipertradizionale e priva di guizzi autoriali non fa altro che rafforzare l'impatto della recitazione "totale" del protagonista: con la differenza che Cumberbatch nei panni di Turing è assai più pirotecnico di Eddie Redmayne in quelli di Stephen Hawking. L'intento della produzione, orchestrata da quel mago della corsa agli Oscar che è Harvey Weinstein, è chiaramente quello di assicurare una candidatura al suo attore purosangue. Cumberbatch è una space oddity in grado di comunicare infiniti livelli di lettura.
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Giorni di programmazione di questo film: |
giovedì 8 gennaio 2015 |
16.45 - 19.15 - 21.30 |
sala pasolini |
prenota
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venerdì 9 gennaio 2015 |
16.45 - 19.15 - 21.30 |
sala pasolini |
prenota
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sabato 10 gennaio 2015 |
14.45 - 17.30 - 20.00 - 22.15 |
sala pasolini |
prenota
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domenica 11 gennaio 2015 |
14.30 - 16.45 - 19.15 - 21.30 |
sala pasolini |
prenota
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lunedì 12 gennaio 2015 |
16.45 - 19.15 - 21.30 |
sala pasolini |
prenota
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martedì 13 gennaio 2015 |
16.45 - 19.15 - 21.30 |
sala pasolini |
prenota
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mercoledì 14 gennaio 2015 |
16.45 - 19.15 - 21.30 |
sala pasolini |
prenota
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