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Con John Stride, Francesca Annis, Jon Finch, Martin Shaw, Terence Bayler. Durata 140 min. - Gran Bretagna 1971
Anno mille, Scozia. Macbeth assassina il re e prende il suo posto. Poi uccide tutti i testimoni, infine i parenti e gli amici. La spirale finisce soltanto quando Macbeth viene, a sua volta ucciso. Polanski cerca di non essere da meno di Welles. Pur perseguendo una certa filologia e il rispetto dovuto per Shakespeare, il regista polacco reinventa la coppia re-regina, attraverso due giovanissimi con tutti i normali difetti di quella generazione dei primi anni settanta. C'è anche una grande attenzione alla verità storica del quotidiano e una violenza che fino ad allora pochi avevano esplorato. Si tratta di un'opera dall'impianto sobrio, filologicamente robusta e corretta. I bianchi mantelli raccolgono il fango delle aie, dei cortili di castelli-fattorie percorsi da oche e porci, in un ambiente tutto permeato della ruvida civiltà contadina medievale, dove l'incrociarsi delle lame nei duelli manda concreti bagliori, mentre le foreste si spostano e le streghe sogghignano muovendosi in un universo visionario dalla tensione irreale, ma verosimigliante. Memore della strage di Bel Air, Polanski torna ossessivamente sul tema dell'assassinio, davvero centrale in questo dramma. |