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Con Leora Barbara, Karole Rocher, Benjamin Biolay, Guillaume Depardieu, Thierry Neuvic, Jeannick Gravelines, Valérie Stroh, Johan Libéreau, Melissa Rodriguès, Laëtitia Guérard, Anne Benoît, Christophe Bourseiller, Yolaine Gliott. Prod.: Francia 2008. Dur.: 102’
Con «Stella», il suo terzo lungometraggio, la regista francese Sylvie Verheyde, ispirandosi alla propria infanzia, vuole ricordarci che oltre all'ovattato mondo borghese de Tempo delle mele di Sophie Marceau, negli anni Settanta esistevano i proletari e i sottoproletari delle banlieue parigine, dove il delicato passaggio dall'infanzia all'adolescenza poteva diventare la spia di un malessere non solo generazionale. In realtà l'undicenne Stella del titolo è figlia dei ragazzini di Gli anni in tasca di Truffaut, ma anche della dolorosa protagonista di La piccola ladra, ma l'autrice sembra incrociare anche la disperata e poetica solitudine della Mouchette di Bresson e il fantasioso ottimismo del Favoloso mondo di Amelie. Al suo primo anno di scuola media, Stella si divide tra il bar gestito dai genitori e il prestigioso istituto che frequenta. Qui conosce Gladys, figlia di uno psichiatra, che la fa entrare in contatto con un mondo fatto di musica, letteratura, sogni e sicurezze. La ragazza passa, così, con disarmante disinvoltura dalle difficoltà dell'apprendimento scolastico di base alla naturale curiosità per Balzac e la Duras, oscilla tra teneri slanci e gesti affettuosi e l'indignazione che la spinge a minacciare con un fucile l'amante di sua madre. Evitando le suggestioni sociologiche e la retorica politica, la Verheyde si mantiene su toni favolistici ma senza dimenticare l'obiettivo di raccontare la difficoltà e la sofferenza di essere ragazzi. E affida allo sguardo innocente ma incisivo di Stella la radiografia di un mondo adulto in disfacimento, dalla fragilità delle illusioni degli anni '70 all'insensibilità di genitori in crisi e assenti. Presentato a Venezia e distribuito dalla Sacher di Moretti, Stella è un'opera asciutta, pudica in cui il lavoro di sottrazione della regista ha trovato nella piccola straordinaria Léora Barbara l'interprete ideale. (Alberto Castellano, Il Mattino, 13 dicembre 2008) |