Con Clint Eastwood, Bee Vang, Ahney Her, Christopher Carley. Or.: USA 2008. Dur.: 116’
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Il titolo potrebbe trarre in inganno: Gran Torino, il nuovo film di e con Clint Eastwood che segue di pochi mesi Changeling con Angelina Jolie, non è un prodotto d'azione con inseguimenti d'auto, ma una melanconica cronaca degli ultimi giorni nella vita di un vedovo, un lupo solitario arrabbiato con tutti e miscredente. Non può non far pensare a un Dirty Harry nell'inverno della vita. «E' un veterano della guerra di Corea, pieno di pregiudizi, rimorsi, rabbie» lo racconta lo stesso Eastwood, che torna sullo schermo come interprete a quattro anni da Million Dollar Baby, «Walt è un uomo incapace di comunicare, anche col figlio o i nipoti. I suoi vicini di casa sono immigrati vietnamiti che a lui non piacciono affatto». Walt ha un'unica grande passione, la sua auto sportiva d'epoca, una Ford Gran Torino, un vero cimelio. Quando un ragazzino vietnamita tenta di rubargliela, aizzato dalla gang locale, Walt si surriscalda. Le conseguenze dell'offesa subita sconvolgeranno la vita di tutti, Walt compreso. «Walt non è un ispettore Callaghan da vecchio - insiste Eastwood - i due periodi storici sono troppo differenti. Harry era frustrato dal sistema politico e giudiziario della città, Walt vuole solo pensare ai fatti suoi». «È un uomo tormentato dai ricordi della guerra da lui combattuta nel passato. E quando finalmente acconsente a confessarsi in chiesa, come desiderava la defunta moglie, si vede che soffre tantissimo - prosegue Clint - del film mi piaceva l'idea che non è mai troppo tardi per imparare, crescere, capire. E ricevere una sorta di illuminazione. Non riuscire a rapportarsi con i propri figli è spesso un limite della mia generazione, gente cresciuta negli anni '40 e '50. Walt è anche abituato a vivere in un quartiere di gente come lui, non è aperto ad altre culture, ma quando diventa amico di questi strani vicini di casa capisce di avere più in comune con loro che con la sua famiglia, con i suoi figli viziati. Fa un lungo viaggio interiore, fino a dare la vita per loro».