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Fortapàsc

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di Marco Risi

 
   
  Con Libero de Rienzo, Valentina Lodovini, Michele Riondino, Massimiliano Gallo, Ernesto Mahieux, Salvatore Cantalupo, Gigio Morra, Gianfranco Gallo, Antonio Buonomo, Duccio Camerini, Marcello Mazzarella, Daniele Pecci, Ennio Fantastichini, Renato Carpentieri, Gianfelice Imparato. Or.: Italia 2008. Dur.: 108’


Fornito da Filmtrailer.com

... Un film dedicato a Giancarlo Siani, il giornalista, l'unico, ucciso dalla camorra a 26 anni nel 1985...
Fortàpasc, così Siani chiamava Torre Annunziata nei suoi articoli... Sull'impegno civile che connota gran parte dei suoi lavori da regista – perché Marco Risi, 58 anni, è anche sceneggiatore e produttore – quasi si shermisce sull'etichetta di artista neo-neorealista che i critici gli hanno cucito dopo Mery per sempre (1989) e Ragazzi fuori (1990).
«Mi sono innamorato della storia di questo giovane pulito, che voleva fare il giornalista-giornalista e non il giornalista-impegato», spiega. Siani scendeva dalla sua casa borghese del Vomero per sporcarsi nelle faide tra cosche che insanguinavano Torre Annunziata, tentando di spiegarle sulle pagine locali del Mattino.
Ogni giorno smuoveva le acque, ma si scopriva sempre più le spalle. Seguiva l'ascesa del boss Valentino Gionta, oggi in carcere, e i legami tra istituzioni e camorra, armato solo di taccuino e di domande così dirette da apparire quasi naïf.
Libero De Rienzo interpreta in maniera convincente un ragazzo, arso dal sacro fuoco della professione, che si butta con candore in inchieste che nessuno gli commissiona, ma che gli fruttano alla fine l'assunzione alla sede di Napoli del Mattino, dopo anni di abusivismo. Si dovrà occupare di sindacati.
Ma la promozione è reale o è un modo per allontanarlo da un territorio in cui dava fastidio? Il dubbio glielo insinuerà un procuratore pavido, nel parcheggio vicino al giornale, una caverna nella città, quasi un girone dantesco, metafora delle terre devastate dalla camorra.
«Sono posti in cui è difficile aggrapparsi a speranze di rinascita. Quando giravamo nella zona di Gionta, avevamo la sensazione di essere pedinati e che anche le persone non colluse si fossero assuefatte e rassegnate...».
Molte scene sono girate a Castel Volturno, anche quella della strage madre, dove morirono otto persone, per non "profanare" i luoghi che ne erano stati il vero teatro... Pungolato dal procuratore, Siani tornerà a Torre Annunziata e svelerà il retroscena dell'arresto di Gionta, fatto che gli costerà la condanna a morte da parte dei vertici mafiosi... E si indugia pensosi fra titoli di coda e ringraziamenti.
L'ultimo è per il padre di Marco, Dino, scomparso nel giugno dell'anno scorso, mentre il figlio girava il film.
Di quella dedica sarebbe contento.
(Cristina Battocletti, Il Sole-24 Ore, 14 Marzo 2009)
   
 
   
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