In nome del diritto universale alla cultura |
Ricordo di Marco Marandola |
A volte capita nella vita, anche se assai di rado, di incontrare persone straordinarie. Marco Marandola era senz'altro una di queste. Purtroppo un attacco cardiaco arrivato senza preavvisi la notte fra il 7 e 8 dicembre scorso nella sua casa di Barcellona se l'è portato via a soli 36 anni. Marandola si era laureato brillantemente in giurisprudenza ed era un grande esperto, uno dei pochi, di diritto d'autore, di licenze elettroniche e della legislazione legata ai beni culturali (biblioteche, musei, istituzioni culturali). Attivissimo, generoso e competente, si faceva letteralmente in quattro per riuscire a non mancare ai suoi seminari di formazione, alle sue lezioni all'università, alla sua instancabile attività di lobbyng presso il Parlamento Italiano, la Commissione Europea o l'OMPI (Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale). Era anche consulente di associazioni come l'AIB (Associazione Italiana Biblioteche), l'AVI (associazione Videoteche e Mediateche Italiane), l'EBLIDA, l'ICOM, l'ECUP solo per citarne alcune. Un vero punto di riferimento per tutti coloro che sono attivi nella promozione della cultura e nella difesa del principio del diritto universale alla cultura. Per questo negli ultimi anni era stato uno dei promotori dell'iniziativa Non pago di leggere! la campagna europea contro il prestito a pagamento in biblioteca che aveva suscitato ampio interesse non solo fra gli addetti ai lavori ed i lettori, ma anche nel mondo politico italiano. Per questo lo scorso ottobre aveva presentato l'iniziativa Leggimi un libro! dove si invitavano i lettori a “donare la propria voce”registrando un libro da mettere a disposizione delle persone non vedenti. Ho conosciuto Marco Marandola nel 1999 quando in qualità di presidente di Cinemazero venni processato dal Tribunale di Pordenone con l'accusa di aver violato la legge sul diritto d'autore per il possesso di videocassette sprovviste di bollino Siae. Grazie alla sua competenza e alla difesa dell'avvocato Bruno Malattia venni assolto con formula piena in quanto venne dimostrato che l'attività dell'associazione non aveva fine di lucro. Da quel giorno l'appuntamento d'obbligo era a Cesena a fine ottobre per i convegni di Videoland promossi da Franco Bazzocchi e dal Centro S.Biagio: in uno di questi incontri riuscimmo, grazie soprattutto a Maran-
dola, a convincere il relatore della nuova legge sul diritto d'autore, la famosa 248 del 2000, a riconoscere uno spazio di extraterritorialità per l'attività culturale delle videoteche e delle mediateche. L'entusiasmo di Marco Marandola ci spinse successivamente a costituire sul modello dell’Asso-
ciazione delle biblioteche (l'AIB), nell'ottobre del 2001, l'AVI, l'Associazione Videoteche e Mediateche Italiane, strumento che ci consentì un anno dopo di stipulare, per la prima volta, un importante protocollo d'intesa con la Siae. Dell'AVI, che oggi vanta una cinquantina di associati in tutt'Italia, Marco era l'angelo custode e il riconosciuto “consulente giuridico”, ruolo per il quale non ci ha mai chiesto un euro di compenso. Avevamo molti progetti da perseguire e non poche battaglie da sostenere sempre nel nome del diritto universale alla cultura. Ci mancherà molto. Piero Colussi |