Nanni Moretti: l'unico vero e legittimo autarchico |
Omaggio alla figura che stratifica su di sé le tracce dell'agone politico degli ultimi 25 anni |
La militanza politica di Nanni Moretti è stata raccontata spesso e volentieri dallo stesso interessato. Il primo, tra i tre cortometraggi in super 8 realizzati tra il 1973 e il 1974, dal titolo La sconfitta, è già una sintesi ironica, e una presa di distanza ideologica dall'ambiente extra parlamentare di sinistra di cui il giovane Nanni Moretti faceva parte. La curiosità, se si vuole, è che il personaggio interpretato da Moretti non si chiamava ancora Michele Apicella, bensì Luciano. Un frammento di quel lavoro, la scena in cui Luciano supplica un compagno di confermargli che gli sarà possibile, in vita, assistere almeno a un pezzetto del periodo di transizione fra il capitalismo e il socialismo, venne inserita, quale flash back del protagonista Michele Apicella, dirigente del PCI, in Palombella rossa.
Volendo indulgere nella «biografia immaginaria» di Michele, l'extra parlamentare degli anni settanta (ma poi regista cinematografico in Sogni d'oro, professore di matematica in Bianca, sacerdote in La messa è finita), è diventato alle soglie della caduta del muro di Berlino, e della svolta occhettiana della Bolognina, un dirigente comunista. è notevole che la militanza politica del personaggio coincida comunque con la fine del sistema, dell'orientamento politico ideologico prescelto. La sinistra extra parlamentare, negli anni settanta, naufraga nella tragica esperienza del terrorismo, mentre la classe dirigente del PCI abbandona la fatidica parola, piena di speranza e di pena, «comunista», per approdare sulle sponde di una sinistra europea moderna e riformista. Nel 1990, infatti, Moretti dirige, e non interpreta, La cosa, un film documento sul dibattito in corso, nelle sezioni del PCI, lungo la penisola, riguardante la metamorfosi del partito. Moretti non si mostra direttamente sullo schermo, rimane defilato, a latere, come sarà poi nel documentario sull'Italia, un documentario, pirandellianamente, «da fare», in Aprile, in cui Nanni è sempre di fianco, da un lato, a guardare. Nel 1993 realizza Caro diario in cui, nell'assenza apparente di ogni riferimento diretto alla scena politica, Moretti trova il modo di dedicare un sentito e fervido omaggio alla memoria di Pier Paolo Pasolini e di pronunciare una delle sue tante e celebri battute, quella in cui dichiara di trovarsi d'accordo, il più delle volte, con la «minoranza» delle persone. Nel 1995 Moretti interpreta e produce, ma non dirige, il lungometraggio La seconda volta, in cui ricopre il ruolo di una vittima di un attentato, che incontra dopo alcuni anni la terrorista che gli ha sparato addosso una pallottola che l'uomo tiene ancora conficcata nella scatola cranica. Il corpo morettiano è effettivamente un corpo politico, ossia una figura che stratifica su di sé, come un palinsesto ideale e carnale, le tracce dell'agone politico consumatosi negli ultimi venticinque anni di storia patria. L'itinerario borghese, parte dalla militanza nella sinistra estrema, poi il rientro nel partito e la sua struttura, e infine la liberazione dall'alter ego Michele Apicella in Caro diario, ossia il film che sigla lo ««sciogliersi dal giuramento», la liberazione dalle ideologie, per una individualità libera e liberata. Verso quale futuro, è difficile dirlo, perché nella testa, le pallottole del passato sono ancora presenti, e premono, e rammemorano. La questione deflagra clamorosamente nel 1998, anno in cui esce Aprile, il film/documentario/musical sugli anni dell'Italia berlusconiana. Il trauma, infatti, non è trascurabile. Nanni Moretti, abbandonate le vesti di Michele Apicella, trova davanti a sé un nuovo, inaspettato alter ego, Silvio Berlusconi. Scorrendo il film, non si possono nutrire dubbi: Berlusconi fa irruzione, senza filtro, nell'immaginario morettiano come figura di autarchico rovesciato. Berlusconi è colui che si è fatto da solo, «io sono un autarchico», irrompendo sulla scena politica italiana per salvare la patria dalla lunga mano comunista. Anche lui, Berlusconi, è corpo politico su cui si trascrivono il simbolico e l'immaginario della società italiana. Se Moretti è corpo filmico cinematografico, Berlusconi, autarchico rovesciato, è corpo video televisivo su cui si proietta il palinsesto virtuale di ciò che l'autarchico, l'unico vero legittimo autarchico che c'è in Italia, non ha osato mai nemmeno tentare: l'autarchia fatta partito, Forza Italia. Moretti subisce in maniera fortissima l'impatto: l'autarchico di minoranza si contrappone allora all'autarchico di maggioranza sul piano di un impegno ormai extra artistico, i movimenti dei cosiddetti «girotondi» e poi con la realizzazione di un film esplicitamente dedicato alla questione, Il caimano. di Flavio De Bernardinis |