Palombella rossa

di Nanni Moretti

Regia, sogg. e scen.: Nanni Moretti. Fot.: Giuseppe Lanci. Mont.: Mirco Garrone. Mus.: Nicola Piovani. Cost.: Maria Rita Barbera. Scen.: Giancarlo Basili. Int.: Nanni Moretti, Asia Argento, Silvio Orlando, Mariella Valentini, Alfonso Santagata, Giovanni Buttafava; Produzione: Nanni Moretti, Angelo Barbagallo per Sacher Film, Nella Banfi, Palmyre Film, Rai Uno, So.Fin.A.; or.: Italia, 1989

Nel panorama del cinema italiano, sicuramente in rinascita, anche se ovviamente controllata, come si vede, da una forte spinta normalizzatrice verso il racconto “centrista”, rassicurante, che rifiuta ogni tipo di trasgressione, Nanni Moretti rappresenta al giorno d'oggi il paradosso dell'autore. E Palombella rossa, forse il suo film più emozionante, il più importante, è a sua volta un paradosso: costruito, fondato sulla costrizione in un luogo narrativo unico, la piscina, da dove partono - in un costrutto dalla sintassi serrata - flashback e digressioni, il film mette in gioco, in realtà, due forme fondamentali di dissoluzione, l'una spettacolare, l'altra ideologicoesistenziale. [...] In Nanni Moretti il gioco della memoria e del narcisismo fisico si divora la coerenza del film, ribaltando la struttura del racconto. Sotto l'apparenza di una storia, Moretti sperimenta nel suo specifico la materia cinematografica, portando al punto di esplosione il buon senso narrativo. Una dissoluzione, una messa in dubbio, alla quale corrispondono perfettamente le questioni ideologiche sull'esaurirsi dell'identità comunista, sulla dispersione, senza nostalgia alcuna del soggetto contemporaneo messo al centro del film. In un mondo di luoghi narrativi pacificati, di nostalgie mal dissimulate, Moretti è veramente il solo a rifiutare dei confini soddisfacenti, dei mondi meravigliosi, delle belle sceneggiature. Con il rischio di annegare, per aver troppo a lungo, troppo convulsamente, nuotato. (Piera Detassis, Mario Sesti, «Positif», n. 346, dicembre 1989)


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